martedì 10 settembre 2013

Miseria umana: quando si sconfina nell'incredibile.

Non posso stare zitta, non ci riesco, è più forte di me sputare fuori tutta la rabbia e l'amarezza su un fatto accaduto oggi pomeriggio qui dietro casa mia.
Mi perdonerete se userò dei termini magari forti in certi casi, ma non credo ce ne possano essere di buoni per descrivere delle monnezze di persone.
Sono le 4 del pomeriggio. Sono seduta sul divano cercando un alfabeto per il bavaglino quando sento un colpo e un urlo fortissimo. Mi blocco e iniziano subito altri urli di donna. Scatto senza ciabatte e mi fiondo fuori chiamando mia sorella che era di sopra perchè collego il colpo e le urla di dolore al fatto che forse è caduta e sta cercando di chiamarmi.
" Mariuccia, ti sei fatta male?" grido quasi sul primo gradino della scala. Ma sento lei che mi risponde alla stessa maniera " Marina che è successo, stai male?"
Realizzo allora che non è lei che sta urlando dal dolore ma è qualcunaltro. Un passo di lato e vedo oltre la siepe di casa mia , una figura per terra e capisco che è una donna. Arriva anche mio marito e mia sorella che subito si catalpultano fuori per soccorrere la donna. Uso di proposito questi verbi perchè alla fine sono stati gesti istantanei e velocissimi.
Entro per mettermi le ciabatte e il telefono e sento mia sorella che urla di chiamare il 118 perchè una donna era caduta in bicicletta e si era fatta male, molto male.
E qui inizia la prima miseria... perchè io la definisco così.
- Pronto, c'è stato un incidente qui sul passaggio pedonale dietro la chiesa di cristo risorto; molto probabilmete la signora è caduta urtando il manubrio nei paletti che impediscono alle moto di passare ed è caduta sbattendo la testa ed un braccio. E' un passaggio pedonale interno e non potrete arrivare con l'ambulanza se non portandovi davanti a casa mia ...via b...n.26 e facendo il pezzo di stradina  a piedi.
Risposta:
- Come mai telefona lei ? Non mi può dire incidente signora, non è il termine esatto se non sono coinvolti altri mezzi. La signora è stata spinta? E' cosciente? Era in bicicletta?
In un primo momento sono stata zitta poi sono esplosa
" Testa di cazzo...muovi il culo e manda un'ambulanza perchè la senti anche tu urlare dal male, le domande me le fai dopo.
Intanto io e mio marito eravamo con la donna che era terrorizzata e piena di male. Sulla fronte aveva un bozzo grande come un piccolo melone e l'osso dell'avambraccio sinistro era ancora dentro la pelle ma con una angolazione pazzesca. Sangue e questo ematoma che continuava a crescere . Una cosa in tutti questi anni non avevo mai visto. Arriva anche un altro nostro vicino, portiamo un cuscino per la testa e la guancia che era tutta strisciata, cerchiamo di tenerla sveglia e cosciente mentre lei piange e chiede aiuto. Riesce a darci il numero di telefono del padre in modo da poterlo chiamare, chiede di togliere dallo zainetto che non si poteva togliere dalle spalle i documenti, i soldi e il telefonino in modo da averli al sicuro, chiede della bicicletta....
Ammetto che l'ambulanza è arrivata presto e che le persone in pochi minuti l'hanno leggermente sedata, messo in sicurezza il braccio e la testa. Intanto era arrivato il padre a cui abbiamo dato tutte le cose che ci aveva affidato lei e dopo che con molta cautela sono riusciti a metterla sulla barella siamo rientrati in casa.
Qui ci sarebbe la seconda miseria umana... ma ve la dico dopo. Passo alla terza così poi mi sfogo meglio.
Dopo circa mezzora arrivano due poliziotti (municipali). Posteggiano le due moto davanti casa e iniziano a cercare il numero civico. Pirla ... ci sei davanti al 26 ... vabbè... mi fanno pena e mi avvicino chiedendo se stavano cercando me.
Attenti alle parole: - Lei è il numero 26? E' lei che ha chiamato? E perchè ha dato questo indirizzo se la signora non è caduta qui? Dove avete messo la bicicletta?
Come facevo a stare zitta, ditemi.
- Io ABITO al numero 26 e sono io che ho chiamato e dato il mio numero di casa per dare una indicazione su dove è accaduto l'incidente. E ho chiamato perchè solo un deficiente o un delinquente avrebbe guardato da un'altra parte.
Il più anziano dei due è arrossito e ha chiesto scusa, hanno posato i caschi e sono entrati nel vicolo per controllare. Un paio di minuti...poi tornano e mi dicono che siccome non c'è più nessuno loro se ne vanno. A fanculo  ... mentalmente ma glielo dico.
E veniamo alla ciliegina, al clou del racconto, alla miseria più miseria che può esistere.
Io confino con la parrocchia, il patronato e la canonica. La mia ringhiera è divisa da quella del prete dal passaggio pedonale. Io lo vedo mentre mangia o scrive o guarda la tv perchè la distanza tra i due stabili è veramente minima.
Sapete chi è rimasto dietro la finestra a guardare senza fare nulla,  dal primo momento in cui la donna si è fatta male fino a quando non l'hanno portata via?
Lui , il parroco. Non ha detto una parola, non ha fatto un gesto, non è sceso per una mano o un conforto, un aiuto... La poveretta poteva essere moribonda o anche morta... niente niente niente. Dietro la finestra come un guardone. L'unica cosa che ha chiesto a mio marito ( mi è stato detto dopo) è che domandasse alla donna il telefono di casa sua  che avrebbe telefonato. Ma chiama il soccorso pirla pirla e ancora pirla. Se non sei sicuro della gravità scendi e controlla, ma non restare lì come un controllore superiore a tutti.
L'ho mandato a quel paese talmente di gusto che ancora adesso godo.
E a proposito di godere vi dico l'ultima e poi chiudo perchè sono nera : dopo i due chips deficienti arriva una tipa leccachiesa e leccapreti del patronato a chiedere informazioni su cosa era successo.
Ancora attenti alle parole: - Si ho sentito le urla ma pensavo la donna stesse gridando per un orgasmo.
Avete letto bene: un orgasmo. Alle 4 del pomeriggio, in un passaggio pedonale c'era una donna che urlava per un orgasmo.
Io non voglio più commentare. Mi vergogno per tutti loro.


4 commenti:

ELISA ha detto...

Ma dai! Robe da matti. A raccontarla non ci si crede. Un incredibile mancanza di amore altrui. Per i vigili non avevo dubbi, del prete purtroppo anche se sono una persona che frequenta la chiesa, so che ce ne sono molti cosi. Ma quelli del 118? sono senza parole. Sei stata bravissima ad aiutare la signora. Un saluto

marina ha detto...

La prima cosa che ho pensaro é che la signora ,nella disgrazia, ha avuto la fortuna di farsi male davanti a casa tua altrimenti correva il rischio di restare lí per terra nella indifferenza generale - ormai si usa cosí,fregarsene e tirare dritto. Viviamo un nuovo medioevo forse anche peggiore.
E siamo al punto che non ci meravigliamo piú di niente....
Né delle sudicerie che passano per il cervello di certe individue che mai più penseresti,né dei comportamenti miserabili di certi sacerdoti (per caso). Difatti le chiese sono sempre piú vuote grazie a tante,troppe mele marce,come quella che abita vicino a te.
Povero Francesco: ne ha di lavoro da fare!

Katy ha detto...

è capitato anche a me di chiamare il 118 per un incidente che è successo proprio a me. tra l'altro, ero così malmessa che non vedevo il cellulare e per sbaglio chiamai il 113....non ti dico! ero lì a terra, avevo ricevuto il calcio di un cavallo ai polmoni e quelli del 113 continuavano a chiedermi "ma perché chiama noi e non il 118?"......be, per fortuna mio marito non mi vide tornare e venne a cercarmi e mi trovò lui sdraiata per terra che cercavo aiuto cercando di parlare. e non so come, il giorno dopo la storia apparve sui giornali locali, con un sacco di particolari inventati e fasulli che non ho mai saputo da chi siano stati riferiti. purtroppo un gesto normale come soccorrere una persona in difficoltà, spesso si dimostra un'impresa titanica. ti fa onore averlo raccontato, l'indifferenza di queste persone va resa nota, hai fatto benissimo. sono sicura che la signora, appena starà bene, verrà a ringraziarti personalmente. katy

Liv ha detto...

Non ho parole ...